THE ART OF SOLIDARITY
Alleanze nelle arti della scena
Incontro della rete, panel e workshop
22 novembre 2024, Bienne
Maison.Farel.Haus & Nebia·Bienne spectaculaire
I temi sostenibilità, pratiche eque, solidarietà internazionale e rappresentanza delle minoranze sono attualmente molto dibattuti nelle arti della scena. Ma anche dietro le quinte, ci poniamo sempre più spesso le seguenti domande: come vogliamo lavorare? E con chi? Sempre più operatori e operatrici culturali sentono l'esigenza di impegnarsi per una causa comune, di unire le risorse e di esercitare la propria influenza.
Alleanze: quali sono le aspettative? Chi fa che cosa? Chi ne beneficia, chi decide e chi paga il prezzo?
Quest'anno anche Forum Danza e m2act del Percento culturale Migros stringono un'alleanza. Per chiarire alcuni di questi legami e colazioni nelle arti della scena, il 22 novembre 2024 si terrà a Bienne una riunione congiunta della rete. Le persone partecipanti sono invitate a confrontarsi, trarre ispirazione e instaurare nuove collaborazioni nell'ambito dei panel, delle discussioni e dei workshop.
M2ACT × FORUM DANZA si rivolge agli attori e alle attrici delle arti della scena svizzere, al corpo studentesco, nonché ai/alle rappresentanti e ai/alle responsabili della politica e dei media.
Iniziamo la giornata al Nebia · Bienne spectaculaire, dedicata al tema delle alleanze solidali. Dopo una colazione a base di croissant vegani, caffè e qualche chiacchierata i colleghi e le colleghe, entreremo nel vivo della giornata. Una giornata intensa in cui verranno affrontate le seguenti domande: perché l’essere alla pari è così centrale nel concetto di alleanza? Quali sono i presupposti importanti per diventare e rimanere alleati o complici e complice? E quali sono gli esempi di applicazione, le pratiche e le iniziative attuali?
Nel suo input, Rohit Jain riflette i processi trasformativi tra ricerca, arte, politica culturale e attivismo. Utilizza le sue osservazioni di antropologo sociale, di attivista antirazzista, e di cofondatore del progetto di memoria «Schwarzenbach-Komplex» e del collettivo Berner Rassismusstammtisch (collectivo anti-razzista di Berna).
Il programma prosegue con il panel di GROUP50:50, collettivo congolese-tedesco-svizzero, che mostra un estratto del filmato che documenta il processo di riflessione affrontato in un ritiro dopo tre anni di collaborazione fruttuosa ma anche conflittuale. In seguito discute con il plenum le insidie della cooperazione transcontinentale, le disparità di sovvenzione, le diverse realtà di vita e di lavoro e le forme di cooperazione equa.
Con l’aiuto di una mappatura, otteniamo un quadro delle molteplici iniziative e forme di attivismo che esistono in Svizzera nel campo delle arti di scena. L’obiettivo è individuare opportunità di fare rete, condividere conoscenze ed esperienze e rendere così il nostro settore professionale più equo e sostenibile. Verrà creata una mappa digitale con progetti esemplari, la mappatura di Vert le Futur.
Durante la pausa pranzo ci sarà tempo e modo per confrontarsi e rilassarsi. Il cibo è vegano, preparato dalla Cantine Mobile di Bienne.
Il pomeriggio offre l’opportunità di intervenire in uno o due workshop o di trarre ispirazione da un panel: nella Maison.Farel.Haus e al Nebia · Bienne spectaculaire. Solidarietà, alleanze, equità e sostenibilità sono suddivise e definite in modi diversi: tuffiamoci nella diversità!
Lasciati ispirare dal nuovo modello di complicità della Tanzhaus Zürich e prova i metodi e gli strumenti del Collective Tools Project della Svizzera francese. Anne-Laure Sahy, direttrice dell’Association vaudoise de danse contemporaine (AVDC), offre uno scambio pratico sul tema dell’intelligenza collettiva. Oppure puoi riflettere sulla gestione etica del materiale autobiografico per il palcoscenico. Oppure sperimentare le possibilità di collaborazione interculturale e di lavoro artistico con i rappresentanti e le rappresentanti di artasfoundation o la comunicazione senza barriere con Saphir Ben Dakon, esperta di inclusione zurighese. Infine, il storico dell'arte francese Camille Richert e least (laboratoire écologie et art pour une société en transition) invitano a ripensare in modo interattivo gli attuali modelli di produzione e ricezione culturale.
Nel pomeriggio si terranno anche due panel per conoscere le forme di azione della politica culturale locale di tutta la Svizzera e le loro possibilità. artFAQ e produktionsbande si dedicheranno alle potenzialità dell’aggregazione, dello scambio e di una nuova autoconcezione di chi detiene responsabilitaà di produzione.
La giornata si concluderà con un aperitivo informale al Nebia · Bienne spectaculaire.
Nebia · Bienne spectaculaire: Sala del teatro, tedesco, francese, inglese, traduzione simultanea DE <-> FR, DE <-> EN, DE <-> IT, lingua dei segni svizzero-tedesca, lingua dei segni francese su richiesta, circuito audio compresa traduzione simultanea, nessuna barriera architettonica
Nella logica borghese neoliberale, la creazione culturale si situa al di fuori della società. Il suo scopo è creare finzione invece che realtà, intrattenere al di là dalla «vita reale» e, nel migliore dei casi, fornire spunti di riflessione. Questa distanza dal mondo legittima la (supposta) libertà dell'arte. Al contempo, trasforma però il settore culturale in una gabbia da cui dobbiamo liberarci.
La creazione artistica e culturale dovrebbe infatti sempre considerata parte della società. In definitiva, tutto è cultura, anzi estetica: il razzismo, il classismo, l'abilismo e il sessismo, nonché il neoliberismo, la crisi climatica e il fascismo. E anche la resistenza, la libertà, l'utopia e la solidarietà sono pieni di significati culturali.
Diversità, partecipazione culturale, alleanze o collaborazioni offrono possibili strategie per collocare coerentemente nella società la creazione culturale. Ma si tratta di nuovi standard professionali o di marketing? Di impegno morale o di lavoro sindacale? Di una battaglia sociopolitica o di una pratica curatoriale e artistica? Un breve appello per un'arte della solidarietà polifonica e non disciplinata, secondo le regole proprie dell'arte.
Nebia · Bienne spectaculaire: Sala del teatro, tedesco, traduzione simultanea DE <-> FR, DE <-> EN, DE <-> IT, lingua dei segni svizzero-tedesca, lingua dei segni francese su richiesta, circuito audio compresa traduzione simultanea, nessuna barriera architettonica
Il GROUP50:50 è un collettivo di artisti e artiste del Congo, della Svizzera e della Germania, che realizzano e producono insieme progetti di cooperazione artistica transnazionale. Il GRUPPO50:50 riflette criticamente sulle forme della sua collaborazione, ostacolata da disuguaglianze storiche ed economiche, da incomprensioni culturali e dal fatto che i mezzi di produzione vengono sempre dall'Europa. In che modo il Group50:50 può contrastare le palesi disuguaglianze? Come accordarsi su salari equi e buone condizioni di lavoro, quando le realtà della vita sono drasticamente diverse?
Come costruire una fiducia sufficiente da rendere possibile la collaborazione artistica? Queste sono le domande alla base della discussione del GROUP50:50, dopo tre anni di collaborazione con tanti successi e altrettanti conflitti. Prima della discussione il GROUP50:50 mostra un estratto di un video che documenta il suo processo di riflessione, affrontato nel 2023 durante un ritiro finanziato da Percento culturale Migros m2act.
Nebia · Bienne spectaculaire: Sala del teatro, discussione in francese, video in francese con sottotitoli in inglese, traduzione simultanea DE <-> FR, DE <-> EN, DE <-> IT, lingua dei segni svizzero-tedesca, lingua dei segni francese su richiesta, circuito audio compresa traduzione simultanea, accessibile in sedia a rotelle
Come dare maggiore visibilità alle iniziative e al prezioso lavoro di numerosi operatori/operatrici culturali, impegnati una pratica equa e sostenibile nel panorama culturale svizzero? Quali sono le condizioni che favoriscono un'azione coordinata ed efficace degli attori e delle attrici e di conseguenza un cambiamento sistemico? In che modo promuovere la creazione di alleanze e la collaborazione co-creativa in tutta la Svizzera?
Sulla base di queste domande, è stato lanciato il progetto Swiss Creative CIimate Ecosystem Map, coordinato da Vert le Futur. Il progetto prevede la realizzazione di una mappa digitale che riporti progressivamente tutte le iniziative svizzere dedicate alle questioni inerenti alla giustizia climatica e alla sostenibilità sociale nel settore culturale. Questa piattaforma open source – che sarà lanciata nel marzo 2025 – offre ad artisti, artiste, operatori e operatrici culturali uno strumento per possibili sinergie con persone e organizzazioni e, nel migliore dei casi, per nuove alleanze.
Dopo aver testato insieme il prototipo della piattaforma, i/le partecipanti di M2ACT × FORUM DANZA sono invitati a condividere le esperienze formative di collaborazioni più arricchenti. L'obiettivo è analizzare insieme il potenziale della Ecosystem Map, per promuovere un percorso verso un cambiamento sistemico.
Nebia · Bienne spectaculaire: Sala del teatro, Interpretazione simultanea DE <-> FR, DE <-> EN, DE <-> IT, lingua dei segni tedesco svizzero, lingua dei segni francese, circuito induttivo, accessibile con sedia a rotelle.
Pranzo vegano
Nebia · Bienne spectaculaire: Sala del teatro, discussione in francese, video in francese con sottotitoli in inglese, traduzione simultanea DE <-> FR, DE <-> EN, DE <-> IT, lingua dei segni svizzero-tedesca, lingua dei segni francese su richiesta, circuito audio compresa traduzione simultanea, nessuna barriera architettonica.
Cambio di sede tra Nebia · Bienne spectaculaire e Maison.Farel.Haus insieme ai/alle responsabili del workshop
Nelle arti della scena c'è una carenza di Performing Arts Manager (PAM), i cambiamenti e le partenze sono all'ordine del giorno, tanto che bisogna chiedersi se la causa è una scarsa attrattiva del lavoro di produzione o un sua cattiva immagine. Oppure se è perché la direzione della produzione non vuole (o non può) considerarsi parte dell'opera artistica. Il giorno prima di M2ACT × FORUM DANZA si terrà l'incontro PAM, organizzato da artFAQ e Reso - Rete Danza Svizzera, insieme con ospiti dalla Germania: la rete PAM Produktionsbande.
I risultati saranno presentati da artFAQ e Produktionsbande. I dati emersi sulla condivisione solidale delle risorse, sul trasferimento delle conoscenze e sul lavoro negli uffici di produzione saranno ripresi e comunicati alle persone interessate: coreografi/coreografe, registi/registe, organizzatori/organizzatrici e PAM. Si rifletterà insieme sulle possibili modalità di realizzazione. Si presenterà inoltre una nuova immagine di "Creative Producer", che prevede un maggiore equilibrio e parità tra PAM e direzione artistica.
PRESENTAZIONE INTERATTIVA
Nebia · Bienne spe60', ctaculaire: Sala del teatro, tedesco, traduzione simultanea DE <-> FR, DE <-> EN, DE <-> IT, circuito audio compresa traduzione simultanea, accessibile in sedia a rotelle (vedi accessibilità)
Questo workshop vuole attirare l'attenzione di operatori/operatrici culturali sulle forme di abilismo in parole e immagini. L'obiettivo è consentire la realizzazione di bandi di concorso e testi programmatici il più possibile inclusivi. Il workshop sensibilizza anche sulle barriere strutturali e sociali che riproducono e cementano la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità. Su queste basi si approfondisce l'effetto della discriminazione nella comunicazione interpersonale. Si aprono sempre nuovi spazi per una riflessione comune.
Con le nuove conoscenze acquisite, il gruppo che ha partecipato workshop elabora esempi pratici generali di abilismo in parole e immagini. In un ultimo passaggio, dopo aver esaminato un bando di concorso inclusivo il gruppo definisce i punti salienti e i possibili modi mirati per ottenere un risultato inclusivo. Il gruppo riflette anche su come sottoporre a una costante critica il proprio processo di pensiero mediante una lista di controllo, nonché sulla conseguente adozione di un linguaggio inclusivo nell'attività quotidiana.
WORKSHOP INTERATTIVI
Maison.Farel.Haus: Sala, 60', tedesco, accessibile con sedia a rotelle
Nella stagione 2023/2024, il Kleintheater Luzern si è concentrato maggiormente sul tema dell'inclusione, proponendosi di diventare un ente culturale più inclusivo. Il team è stato seguito dalle telecamere per circa sei mesi.
Oltre al programma inclusivo svolto all'interno del teatro, è stato documentato anche il funzionamento dell'inclusione nel settore culturale. A tal fine, si è intervistata tutta una serie di esponenti di organizzazioni promotrici, di associazioni e di professionisti/e dell'arte. Ne è scaturito un documentario interno che fa il punto della situazione del Kleintheater Luzern quale compagnia di spettacolo itinerante nel contesto tra operatori/operatrici culturali, politica e finanziamenti, nonché delle sfide che l'ente deve attualmente affrontare nello sforzo di realizzare una maggiore inclusione nel settore culturale. Il Kleintheater Luzern mostrerà alcuni estratti del documentario e dialogherà con i/le partecipanti in merito al percorso documentato, rispondendo alle loro domande sul percorso verso un settore culturale più inclusivo.
Nebia · Bienne spectaculaire: Foyer piano terra, 75', tedesco, Film: tedesco, sottotitoli in tedesco, audiodescrizione in tedesco, una versione francese del film è anche disponibile, accessibile in sedia a rotelle
Gerarchie piatte, equità e uguaglianza sono parole che vanno per la maggiore nella cultura e anche oltre. Ma come funziona un'autentica collaborazione alla pari e quale valore aggiunto genera rispetto agli approcci tradizionali? E come si passa dal dire al fare?
Nell'ambito della nuova struttura di finanziamento della città di Zurigo, il Tanzhaus Zürich ha sviluppato un nuovo modello di collaborazione tra il personale dell'ente e gli artisti/le artiste. Daniel Hellmann lo presenterà dal punto di vista degli artisti e delle artiste, mentre Catja Loepfe dal punto di vista dell'ente. Successivamente, in questo input calato nella realtà saranno rappresentati i possibili aspetti di una simile forma di lavoro. La premessa è che l'esperienza della danza, la conoscenza della coreografia e le pratiche collaborative possono trasformare le organizzazioni e, in ultima analisi, anche la società. Il Tanzhaus integra dunque le "soft skills" della danza e della coreografia nel DNA delle istituzioni. In questo modo, insieme si riesce sviluppare una grande forza per fare la differenza, quando si tratta di portare un cambiamento duraturo nella società.
EMBODIED WORKSHOP
Maison.Farel.Haus: Sala da giardino, 75', inglese, accessibile in sedia a rotelle
Nel loro workshop, le artiste Olivia Jaques e Shoghakat Mlke-Galstyan, che lavorano entrambe per artasfoundation di Zurigo, insieme alle persone partecipanti indagano le seguenti domande: in che modo le arti possono diventare strumenti di impegno sociale? Come possono contribuire a trascendere le barriere linguistiche e culturali? Come possiamo creare esperienze condivise che alimentino l’empatia e la comprensione reciproca?
All’inizio del workshop, le persone partecipanti sono invitate a coinvolgersi nella «Danza del Sole», una danza tradizionale armena che non solo incarna un ricco patrimonio culturale, ma è anche un simbolo di resistenza e unità. Ballando questa danza entriamo in contatto con i temi della resilienza e della collaborazione, nonché con la capacità delle tradizioni culturali di unire le persone anche di fronte alle avversità.
Dopo la danza si apre una discussione di gruppo su alcuni esempi, tra cui il potenziale e i limiti della collaborazione artistica nelle regioni di conflitto. artasfoundation illustra il modo di pensare e lavorare presso artasfoundation, dove tutto si basa sull’idea dell’apprendimento reciproco. La fondazione per l’arte nelle regioni di conflitto con sede a Zurigo realizza progetti artistici per e con persone in regioni di crisi e altrove, ne accompagna la realizzazione e indaga su come la scelta di dare spazio all’arte possa promuovere la mediazione dei conflitti e il processo di pace.
EMBODIED WORKSHOP
Maison.Farel.Haus: Anticamera nel seminterrato, 75', inglese, parzialmente accessibile in sedia a rotelle (vedi accessibilità)
Le collaborazioni orizzontali e collettive comportano questioni che sono affronta in questa condivisione di pratiche: come prendersi cura della collettività e degli individui che la compongono?
Come trovare un equilibrio tra responsabilità e potere, tra comunicazione e fiducia? Come e quando occorre dare e ricevere feedback? In una forma che si colloca a metà strada tra la co-riflessione e la formazione teorica esplicita, questo laboratorio si propone di esplorare una serie di principi in grado di sostenere l’intelligenza - il genio - del gruppo.
Ogni membro del gruppo genererà una condivisione di esperienze, processi o strumenti molto concreti per facilitare le dinamiche collaborative, la produzione partecipativa, la drammaturgia situata e una governance più distribuita. Il laboratorio è rivolto agli operatori e alle operatrici delle arti di scena in particolare e della cultura in senso lato, in tutte le categorie professionali e in tutti i ruoli.
LABORATORIO
Maison.Farel.Haus: Soggiorno al 2° piano, 75', francese, parzialmente accessibile in sedia a rotelle (vedi accessibilità)
Una persona non è più a suo agio a parlare sul palco del suo/della sua partner di vita, nel frattempo deceduto/a. Un'altra persona, che personalmente non appare sul palco, è molto nervosa ed esitante prima del colloquio con il/la regista medita di rinunciare alla collaborazione.
Un progetto (auto)biografico è caratterizzato dal fatto che una persona rivela una storia vera e/o che un'altra la modifica e la racconta in un contesto diverso.
Quali gerarchie e dipendenze esistono in un processo artistico di questo tipo? Quali questioni etiche sono rilevanti in quali fasi del progetto? Quali accordi si possono idealmente prendere in anticipo? E quali considerazioni dovrebbero fare le persone responsabili di un simile progetto?
Nel corso del workshop, Dennis Schwabenland e Katja Zellweger presentano il loro progetto che offre spunti pratici sulla gestione etica del materiale biografico. Su queste basi, i/le partecipanti al workshop possono approfondire le proprie esperienze, riflettere criticamente e immergersi nella materia con esempi concreti. Sempre con l'obiettivo di rendere più equo il lavoro biografico con le storie altrui e di consentire la collaborazione su un piano di parità tra tutte le persone coinvolte.
LABORATORIO
Maison.Farel.Haus: Sala riunioni 2 al 1° piano, 75', tedesco, parzialmente accessibile in sedia a rotelle (vedi accessibilità)
La crescente tendenza alla sovrapproduzione e al consumo nella cultura contemporanea influenza le pratiche artistiche e rivela un disallineamento tra le istituzioni e le reali esigenze della società. La quantità viene privilegiata rispetto alla qualità, la velocità rispetto alla sostenibilità e la visibilità rispetto all’impatto significativo.
La storica dell’arte Camille Richert e least [laboratorio di ecologia e arte per una società in transizione], fondato da Véronique Ferrero Delacoste, ex-direttrice del festival far° di Nyon, intravedono l’urgente necessità di ripensare i modelli della produzione e della fruizione culturale. In questo workshop propongono di passare ad approcci più in sintonia con le comunità e più sostenibili nella gestione delle risorse creative e materiali. La cultura e le arti dovrebbero essere considerate beni comuni, condivisi e utilizzati da tutta la comunità, accessibili e rilevanti per tutti.
Attingendo ai contesti di vita reale dei partecipanti, il gruppo esplorerà come sostenere ciò che è prezioso nelle arti e nella cultura, valutando in quale forma questi valori possano continuare a esistere. In questo workshop i partecipanti individueranno ciò che non può o non deve più essere mantenuto in vita e come queste pratiche possano essere sostituite da nuove attività idonee per il futuro, soprattutto nel settore delle arti dello spettacolo.
LABORATORIO PARTECIPATIVO E CREATIVO
Maison.Farel.Haus: Sala riunioni 1 al 1° piano, 150', francese e inglese, parzialmente accessibile in sedia a rotelle (vedi accessibilità). Si tratta di un workshop lungo di 150 min. (compresa una pausa di circa 20 min)
Il lavoro collettivo richiede un investimento significativo sia di gruppo sia personale, la volontà di imparare e di mettersi in discussione, e richiede tempo, energie e attenzione. Significa che un progetto rimane aperto a cambiamenti e miglioramenti basati sui feedback, in uno spirito di fluidità e costante messa in discussione. Inoltre, comporta il riconoscimento della diversità delle fonti di conoscenza e la necessità di efficienza a prescindere dalle differenze politiche o sociali.
In questo workshop esploreremo strumenti pratici per lavorare e creare insieme. Cercheremo inoltre di approfondire come esistiamo all’interno di un gruppo e come interagire con attenzione e intenzionalità. Presenteremo tre strumenti di riferimento utili per qualsiasi tipo di gruppo, nonché uno strumento per rompere il ghiaccio, per aiutare le persone a conoscersi. Concluderemo infine con uno strumento di facilitazione per evidenziare i bisogni e i desideri individuali di un gruppo all’inizio di un nuovo progetto. Il workshop si rivolge a tutti i gruppi, siano essi sociali, professionali, artistici, militanti, conviviali, progetti scolastici ecc., in primo luogo ai gruppi che operano o desiderano imparare a operare in regime di autogestione e governance condivisa.
Il Collective Tools Project si ispira alle comunità di convivenza e alla letteratura specializzata, all’esperienza personale e ai circoli di attivisti.
LABORATORIO
Nebia · Bienne spectaculaire: Foyer al 1° piano, 150', inglese, non accessibile in sedia a rotelle. Si tratta di un workshop lungo di 150 min. (compresa una pausa di circa 20 min)
Quali organismi si battono contro i tagli al budget per la cultura e a favore di un ecosistema stabile, sostenibile e solidale della promozione della cultura in ogni comune o città? E in che modo? Il lavoro delle lobby, delle organizzazioni e delle reti culturali regionali non deve essere sottovalutato. Questa attività associativa e di networking è spesso svolta a margine, è un impegno volontario e dipende dalle singole persone. In questo panel si esaminano forme di azione diverse e ispiranti, per formulare conclusioni comuni. Quali leve si sono dimostrate utili e quali devono ancora essere inventate? E in che modo tali leve possono contribuire a creare processi di politica culturale fruttuosi e sostenibili a livello locale? Il panel comprende esempi provenienti dalla periferia svizzera, ma anche da uno dei maggiori centri urbani.
PANEL
Nebia · Bienne spectaculaire: Sala del teatro, 60', tedesco e Trancese, traduzione simultanea DE <-> FR, circuito audio compresa traduzione simultanea, accessibile con sedia a rotelle
Seconda tornata. Vedi descrizione del workshop 15.00 – 16.15
Maison.Farel.Haus: Sala, 60', inglese, accessibile con sedia a rotelle
Seconda tornata. Vedi descrizione del workshop 15.00 – 16.15
Maison.Farel.Haus: Sala riunioni 2 al 1° piano, 75', tedesco, solo parzialmente senza barriere architettoniche (vedi accessibilità)
Seconda tornata. Vedi descrizione del workshop 15.00 – 16.15.
Maison.Farel.Haus: Sala da giardino, 75', tedesco, accessibile con sedia a rotelle
Seconda tornata. Vedi descrizione del workshop 15.00 – 16.15
Maison.Farel.Haus: Anticamera nel seminterrato, 75', inglese, parzialmente accessibile in sedia a rotelle (vedi accessibilità)
Seconda tornata. Vedi descrizione del workshop 15.00 – 16.15
Maison.Farel.Haus: Sala soggiorno al 2° piano, 75', inglese, francese, tedesco (plurilingue), parzialmente accessibile in sedia a rotelle (vedi accessibilità)
Chiusura con aperitivo vegano
Saphir Ben Dakon (lei) di Zurigo è un'esperta di inclusione e comunicazione. Con la sua azienda supporta le organizzazioni nell'applicazione dei processi di inclusione. Saphir ha un bachelor in Comunicazione aziendale e un master in Business administration. In qualità di vicepresidente di Agile, è particolarmente impegnata nei temi lavoro, formazione, empowerment e partecipazione, con particolare attenzione ai collegamenti tra disabilità, genere e storie di migrazione.
Il Collective Tools Project è un collettivo di ricerca che esplora come i gruppi possano funzionare in modo armonioso, promuovendo l’inclusione e lo scambio per raggiungere i loro obiettivi. Fornisce una serie di strumenti pratici e teorici che facilitano la collaborazione. Con sede in Svizzera, il CTP è composto da otto persone bianche europee di diverse generazioni, tra cui persone non binarie, donne e uomini. Il progetto di ricerca è stato sviluppato e sostenuto dalle università La Manufacture di Losanna e HEAD di Ginevra, nonché da Yan Duyvendack di Dream Comes True. Il workshop è tenuto da Diane Dormet (they/them), Marie Romanens (lei) e Giulia Sorenza Crescenzi (lei).
Marynelle Debétaz (lei). Laureata in legge, gestione culturale e drammaturgia, Marynelle Debétaz è stata per 15 anni direttrice generale e artistica di Nebia - Bienne spectaculaire (2009-2024). Parallelamente si impegna in numerosi comitati e gruppi di lavoro, tra cui KTV-ATP (2010-2016), il Pool de théâtres romands e poi FRAS (2010-2024), fOrum culture (2011-2024), la Giuria delle arti sceniche e la Commissione di esperti di Pro Helvetia (2019-2023). Nel 2024 entra a far parte della nuova Kulturlobiel, collegata all’AAOC, nonché del comitato dell’associazione Reso.
Véronique Ferrero Delacoste (lei) ha conseguito un master in Art in the Public Sphere (édhéa). Ha diretto il festival far° di Nyon dal 2010 al 2022. La sua ricerca si concentra sulle pratiche transdisciplinari e sul ruolo dell’arte nella società come strumento di conoscenza e di esperienza sensibile. Nel 2021 ha fondato «least» (laboratoire écologie et art pour une société en transition).
Barbara Giongo (lei). Attiva sulla scena culturale ginevrina dal 1994, collabora con Oscar Gómez Mata/Compagnia L’Alakran (2001-2018) come produttrice e responsabile della distribuzione e insegna produzione ai master della Manufacture di Losanna. Nel 2008 è impegnata nel Rassemblement des artistes et acteurs culturels (RACC); successivamente, nel 2016, partecipa al movimento La Culture Lutte, nato in risposta ai tagli di bilancio della città di Ginevra. Dal 2018 al 2024 è co-direttrice del Grütli insieme a Nataly Sugnaux Hernandez, vincendo Premi svizzeri delle arti sceniche assegnati dall’Ufficio federale della cultura nel 2023.
Laura Giudici (lei) è co-direttrice di Vert le Futur e co-project manager della Tatenbank e del programma Creative Climate Leadership Switzerland. Ha studiato storia dell'arte e management culturale e negli ultimi 15 anni ha lavorato con diverse organizzazioni culturali in tutta la Svizzera. Il rapporto tra arte, ecologia e sostenibilità svolge un ruolo centrale anche nel suo lavoro parallelo di curatrice, autrice e mediatrice culturale.
Il GROUP50:50 è un collettivo di artisti e artiste, nonché una struttura di produzione del Congo, della Svizzera e della Germania, con sede a Basilea e Lubumbashi. Dal 2022 ha prodotto e realizzato le pièce di teatro musicale "The Ghosts Are Returning" e "Ecosystem", tuttora in tournée. Parallelamente, il GROUP50:50 ha curato la serie di dibattiti "The Time For Denial Is Over", in cui un gruppo di oltre 80 artisti/e, attivisti/e, ricercatori e ricercatrici in Africa e in Europa affrontano temi della restituzione dei beni culturali e dei resti umani, nonché di un'ecologia decoloniale. A M2ACT x FORUM DANZA interverranno Joseph Kasau (lui) ed Eva-Maria Bertschy (lei).
Stefanie Günther Pizarro (lei) è un'attrice, presentatrice e manager culturale, vive a Biel/Bienne e lavora nelle arti dello spettacolo da 20 anni. Si dedica all'arte sostenibile e alla mediazione culturale e nel 2020 ha creato un primo inventario delle migliori pratiche nazionali e internazionali. È coinvolta in Vert le Futur fin dalla sua fondazione nel 2020 e, insieme a Laura Giudici, ha assunto la direzione di VlF & Project Management Tatenbank e CCL Svizzera 2024.
Sibylle Heiniger (lei) è un'autrice/regista teatrale freelance. Ha studiato teatrologia, sociologia e storia dell'arte all'Università di Berna e pedagogia del teatro in Germania. Accanto all'attività artistica, è impegnata nella presidenza di t. Professioni dello spettacolo nel gruppo regionale di Berna. Il fulcro della sua attività associativa è la politica culturale: negli ultimi otto anni è stata responsabile dei Tandem culturali, una piattaforma di dialogo tra esponenti della cultura e della politica.
Daniel Hellmann (lui) di Zurigo è cantante, performer, professionista della danza e del teatro. Ha studiato filosofia, canto classico e teatro/performance. Dal 2012 crea opere artistiche proprie pluripremiate.
Hellmann considera la sua pratica artistica una forma di attivismo intersezionale. I suoi progetti indagano i corpi, le relazioni fisiche e il desiderio, mettendo in discussione le norme sociali e i rapporti di potere in materia di sessualità, diritti umani e diritti degli animali.
Rohit Jain (lui) ha un dottorato di ricerca in antropologia sociale. Lavora nel campo della ricerca collaborativa sui temi migrazione, post-colonialismo, politiche della memoria e globalizzazione. Ha partecipato anche a progetti di ricerca artistica sul commercio dell'oro in Svizzera (ZHdK) e sulla cittadinanza urbana (Shedhalle). È cofondatore del «Berner Rassismusstammtisch» e dello «Schwarzenbach Komplex», il progetto politico realizzato in occasione dell'anniversario dell'iniziativa Schwarzenbach. Dal 2016 è condirettore dell'Institut Neue Schweiz INES; dal 2019 ha sviluppato e gestito il programma di finanziamento "Un nuovo noi: cultura, migrazione, partecipazione" della Commissione federale per la migrazione CFM; dal 2022 è ricercatore associato presso l'Istituto di antropologia sociale dell'Università di Berna e curatore del Public Anthropology Lab.
Olivia Jaques (she/they) è un’artista e operatrice culturale che opera da Vienna, attiva nei campi dell’arte e della ricerca artistica. Poiché il suo lavoro ruota intorno alla relazione e al performativo, la maggior parte delle sue opere sono create in collaborazioni artistiche e collettivi d’arte. Dirige e fa parte del duo di artisti Performatorium, un laboratorio per la ricerca orientata alla pratica di e attraverso mezzi performativi (2017). Lavora spesso come docente e fa parte del collettivo femminista Mz*Baltazar’s Laboratory nonché del team di artasfoundation (dal 2016).
Lavinia Johnson (lei) si interessa alle pratiche eco-pedagogiche e alle relazioni tra la trasmissione della conoscenza e il nostro rapporto con i diversi ambienti. Ha conseguito il diploma di master TRANS – pratiche socialmente impegnate – della Haute École d’Art et Design de Genève (HEAD) e un bachelor in antropologia e istruzione. È stata ricercatrice presso la Haute École de Travail Social (HETS) per un progetto di ricerca d’azione (FNS) sulla povertà infantile in Svizzera. All’interno di «least» (laboratoire écologie et art pour une société en transition) si occupa della produzione e della partecipazione culturale.
Aline Joye (lei) è manager culturale e animatrice socioculturale. Da oltre 20 anni lavora dietro le quinte in diversi ambiti teatrali. Ha esperienza nella tecnologia degli eventi, nella scenografia, nella direzione di produzione e nel coordinamento della Borsa svizzera degli spettacoli. Dal 2012 supporta e consiglia i processi di cambiamento strategico nel settore culturale. Da diversi anni siede nella direzione di aaoc culture szene biel-bienne, dove si occupa di questioni di politica culturale.
Nell'autunno del 2023 ha assunto la direzione amministrativa e la condirezione delle Giornate del teatro svizzero.
Catja Loepfe (lei) dopo la laurea in etnologia ha iniziato a lavorare come curatrice di mostre, assistente alla regia e direttrice di produzione. Nel 1999 ha assunto la condirezione del teatro Rote Fabrik. Dal 2007 al 2012 ha lavorato come drammaturga di danza e condirettrice ad interim presso il teatro Gessnerallee di Zurigo. Dal 2012 ha creato il Festival di danza Zurich tanzt. Dal 2012 al 2014 ha fatto parte del gruppo di programmazione dello Zürcher Theater Spektakel e dal 2014 è direttrice artistica e direttrice generale del Tanzhaus Zürich.
Shoghakat Mlke-Galstyan (lei) è attiva come attrice, ballerina, manager e organizzatrice artistica a Yerevan, in Armenia. È confondatrice del Teatro Mihr (2003) ed è stata manager della Tiezerk Band. È stata docente presso l’Istituto statale di teatro e cinematografia di Yerevan e direttrice esecutiva del Festival internazionale di arti della scena HIGH FEST (2012-2021). È stata inoltre insignita della Medaglia d’oro del Ministero della Cultura della Repubblica Armena (2016). Ha completato il CAS Arts and International Cooperation presso la ZHDK (2018) e fa parte del team di artasfoundation.
Sasha Schlegel (they/them), Sofie Luckhardt (lei) e Martin Bien (lui) sono sul posto per produktionsbande. produktionsbande è un network tedesco per profili professionali quali production manager, producer, art worker, strategist e per tutte le persone che si considerano attori/attrici della produzione artistica nelle arti della scena indipendenti. Insieme, si muovono sulle interfacce nei punti di intersezione e li indaghiamo come linee di collegamento tra idea e organizzazione, ideazione del progetto e struttura, produzione e amministrazione. Sofie Luckhardt (lei) e Sasha Schlegel (loro) sono presenti sul posto per conto di produktionsbande.
Camille Richert (lei) ha conseguito un dottorato in storia dell’arte presso l’IEP di Parigi, insegna all’ENSBA di Lione, è critica d’arte e curatrice indipendente. I suoi progetti di ricerca, curatela e pubblicazione si concentrano sulle rappresentazioni del lavoro nell’arte contemporanea e sulle pratiche artistiche militanti, con particolare riferimento alle questioni di genere, occupazione, ecologia e democrazia nell’arte.
Anne-Laure Sahy (lei) è drammaturga e facilitatrice. Ha lavorato anche come programmatrice, redattrice, produttrice e ideatrice di progetti artistici. Dal 2021 è responsabile dell’AVDC – Association vaudoise de danse contemporaine. In questo contesto, ha avviato il progetto di rete “ddd – dramaturgy dance dialogue” per il co-sviluppo e lo scambio di pratiche. Nel 2022 ha completato una formazione in facilitazione delle dinamiche collaborative per supportare i team nella governance e nella gestione collettiva dei progetti.
Dennis Schwabenland (lui), attore e regista di Berna, fondatore del collettivo PENG! Palast, nonché direttore della compagnia teatrale Dennis Schwabenland - thecodes. Ha scritto la pièce "Mülheim Absturz Ruhr", basata su una ricerca sul declino sociale dei genitori, e attualmente sta girando il suo primo documentario sulla sua nuova patria di elezione, Landiswil nell'Emmental. Le sue produzioni - l'ultima è "Gilgamesh Origin" - trattano spesso temi di ingiustizia sociale e di rappresentazione unilaterale. Ha lavorato anche come giornalista radiofonico. Nel 2022 ha avviato il progetto m2act "Biografia & palcoscenico".
Stella Succi (lei) è storica dell’arte e ricercatrice indipendente. Ha fatto parte di comitati editoriali in Italia e all’estero per Alfabeta2, Mousse Magazine, The Towner e Prismo. Attualmente è coordinatrice della rivista Il Tascabile. Dal 2016 fa parte di Altalena, un gruppo di ricerca collettivo e interdisciplinare nel campo delle arti visive. Dal 2020 è drammaturga per la ballerina e coreografa Annamaria Ajmone. Nell’ambito di «least» (laboratoire écologie et art pour une société en transition) è responsabile della ricerca e della comunicazione.
Kathrin Walde (lei) è una Creative Producer di lunga esperienza, fondatrice del KulturHub e condirettrice di artFAQ.
artFAQ è la piattaforma di produzione della regione di Zurigo, una struttura di sostegno interna del settore delle arti della scena, che rafforza, promuove e professionalizza l'immagine della direzione di produzione, con consulenze, corsi di aggiornamento, eventi e networking.
Katja Zellweger (lei), giornalista culturale freelance e dal 2019 responsabile della comunicazione di Reso - Rete Danza Svizzera. In precedenza, è stata vicedirettrice della Berner Kulturagenda e ha lavorato presso lo Schlachthaus Theater, nella produzione, mediazione e drammaturgia. Nell'ambito del CAS in giornalismo culturale della ZHdK (Università delle Arti di Zurigo) ha preso forma uno spettacolo teatrale basato su una ricerca autobiografica. Dal 2022 Katja Zellweger è corresponsabile di "Biografia e palcoscenico".
In collaborazione con GioiaCares, offriamo un servizio gratuito di custodia per i bambini e bambine da 1 a 10 anni. Il servizio verrà messo a disposizione nel Foyer des Loges del Nebia.
Orari: 09:15-13:00 e 14:15-18:00.
Il bambino trascorrerà la pausa pranzo con il genitore. L’invito al nostro pranzo vegano nella caffetteria del Nebia è esteso a tutti i bambini e bambine. Se il tuo bambino o la tua bambina ha bisogno di un altro tipo di pasto, ti preghiamo di provvedere in autonomia.
Si prega di portare con sé: spuntino, pranzo (se necessario), merenda, bevande, prodotti per l’igiene, vestiti di ricambio.
Lingua: la lingua del servizio di custodia bambini e bambine è il tedesco / svizzero tedesco.
Sul posto ti chiederemo di compilare una scheda informativa contenente informazioni importanti sul tuo bambino o sulla tua bambina. Il check-in si effettua presso il Welcome Desk nel foyer del Nebia.
Iscrizioni: Si prega di registrare i bambini e bamine al momento dell’iscrizione!
Offriamo diverse soluzioni di accessibilità e per qualsiasi punto del programma forniamo indicazioni sul tipo di accesso e sulle eventuali barriere.
Sotto ogni descrizione del programma troverai informazioni su: luogo, durata, lingue e interpretazioni simultanee, accessibilità per sedie a rotelle, catering vegano, servizio di custodia bambini ecc.
Si consiglia di portare con sé tappi auricolari a cancellazione del rumore, stimming ring e altri ausili.
Consapevolezza: vorremmo incoraggiare tutte le persone partecipanti ad ascoltare le proprie esigenze e a fare delle pause quando sono necessarie. È possibile lasciare i locali in qualsiasi momento durante tutti i punti del programma.
Il Nebia · Bienne spectaculaire e la Maison.Farel.Haus offrono degli spazi in cui potersi ritirare.
Maison.Farel.Haus
Il piano terra è tutto privo di barriere architettoniche. I piani superiori sono raggiungibili tramite un piccolo ascensore Schindler (adatto a una sedia a rotelle manuale) con una porta manuale, così come la toilette accessibile alle sedie a rotelle al piano inferiore. Per accedervi serve una chiave e il percorso attraversa il deposito biciclette. Per assistenza ti preghiamo di rivolgerti al personale dell’evento. La Maison.Farel.Haus non dispone di un sistema di loop uditivo.
Nebia · Bienne spectaculaire
La sala del teatro, la caffetteria e il foyer al piano terra sono privi di barriere architettoniche. Nella sala del teatro sono disponibili posti speciali per persone in sedia a rotelle. Sono disponibili anche servizi igienici accessibili alle sedie a rotelle. Il Foyer des Loges è accessibile tramite un ascensore. Il foyer al 1º piano non è purtroppo accessibile alle persone con mobilità ridotta.
Visitatori con disabilità uditiva: la sala del teatro è dotata di un sistema uditivo a induzione per le persone con apparecchi acustici (nelle file da C a Q, ad eccezione dei posti O26, P26 e Q26 e nelle file da S a V). Ulteriori informazioni sul funzionamento di questo sistema sono disponibili qui.
Circa 10 minuti a piedi dalla stazione di Biel/Bienne attraverso la Bahnhofstrasse.
Trasporto pubblico: Autobus n. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 8, 9 dalla stazione di Bienne alla fermata «Zentralplatz».
Circa 3 minuti a piedi dalla stazione di Bienne, passando per la Bahnhofsplatz.
In qualità di principale appuntamento del settore, Forum Danza offre una volta all'anno uno spazio di dialogo critico e costruttivo sulle condizioni quadro, le strutture e le esigenze della scena della danza professionale in Svizzera. Si è già occupato di temi come i processi artistici e gli «spazi sicuri», la (dis)continuità delle carriere di danza e le pratiche eque. Dal 2013 il Forum è organizzato annualmente da Reso – Rete Danza Svizzera, in collaborazione con Danse Suisse e Pro Helvetia. Reso vuole essere un organismo di coordinamento nazionale per la danza. Vi aderiscono circa 100 organizzazioni e istituzioni svizzere attive nel campo della danza professionale.
Boris Brüderlin (management), Simona Travaglianti (project management), Lisa Letnansky (project management), Katja Zellweger (communication management), Manuel Zizzari (assistance), Daria Reimann (coordination), Claudio Richard (assistance, non presente nella foto)
Percento Culturale Migros m2act si impegna per una prassi equa e sostenibile, incentiva la co-creazione culturale e sostiene una condivisione aperta delle conoscenze nelle arti della scena. Insieme ai partner della cooperazione, m2act organizza eventi di networking allo scopo di creare reti di contatto e occasioni di confronto tra gli attori e le attrici delle arti della scena in Svizzera e di rendere visibili i progetti sostenuti da m2act. In questo modo, m2act mira a sensibilizzare il pubblico e i responsabili delle politiche culturali alle esigenze e alle richieste del settore delle arti della scena. m2act è un progetto del Percento culturale Migros, che a sua volta fa parte dell'impegno sociale del Gruppo Migros.
da sinistra a destra
Regula Schröter (co-sviluppo progettuale e consulenza sui contenuti), Anna Trombini (responsabile produzione), Saima Sägesser (direzione), Belinda Schweizer (comunicazione), Dino Radoncic (stage), Michelle Akanji (coordinamento e sostegno, non presente nella foto)
video m2act x burning issues 2023 © Yann Bétant
photos m2act x burning issues 2023 © Nora Rupp
photo team m2act © Rebecca Frey
photos RESO Forum Danse © Nelly Rodriguez